I Misteriosi Fenomeni del Monte Musinè

Il Monte Musinè è la montagna più vicina alla città di Torino, alta 1150 mslm offre un bellissimo panorama sulla pianura e contemporaneamente anche sulle Alpi Graie, la cima può essere raggiunta seguente un semplice percorso escursionistico.

I primi documenti in cui si trovano citazioni riconducibili a questo monte risalgono all’anno 1020, in cui viene citato con il nome “Mons Vicinea” negli anni successivi con il mutare della lingua e delle inflessioni ragionali e dialettali si è arrivati all’attuale nome.

Si sa per certo che l’area del monte era conosciuta e sfruttata quanto meno a partire dall’età del ferro, il monte garantiva selvaggina, frutti, legname e fogliame e da sempre è stato usato come una proprietà pubblica, ogni popolazione poteva beneficiare della sua presenza, non è quindi strano notare come ancora nel 1500 la montagna venisse celebrata con la costruzione del santuario di Sant’Abaco.

Sulla sua cima sorge un’imponente croce in cemento armato eretta nel 1901 per ricordare la battaglia nella quale Costantino sconfisse Massenzio, la leggenda vuole che proprio sui pendii del Musinè, all’imperatore apparve la scritta "In hoc signo vinces" grazie alla quale si convertì al Cristianesimo.

La leggenda che vuole in questi celi l’apparizione della scritta che fece cambiare la storia religiosa d’Europa non è l’unica ad ambientarsi vicino al Musinè, si narra infatti che qui fu mandato in esilio Erode come punizione per la strage degli innocenti.

Le prime inquietanti voci su strani fenomeni attorno al monte compaiono addirittura in uno scritto datato 966 D.C. ”Il vescovo Amicone si trovava in Val Susa per consacrare la chiesa di San Michele sul monte Pirchiano, di fronte al Musinè. Durante la notte i valligiani assistettero ad uno spettacolo affascinante: il cielo fu percorso da travi e globi di fuoco che illuminarono la chiesa come se fosse scoppiato un incendio”.

Da allora, non sono quasi mai cessate le voci di luci e strani bagliori avvistati nei pressi del monte, a complicare le cose, come se non bastasse, ci si mette la geologia, il Musinè infatti è un ex vulcano e nel corso degli anni il magma ha scavato diverse gallerie all’interno della montagna, molti sostengono che in realtà queste gallerie conducono ad una misteriosa struttura sotterranea, base segreta militare secondo alcuni, avamposto alieno sulla terra secondo altri.

Nel 1973 apparve sulla vetta una misteriosa lapide di metallo, recante questa incisione:

"Qui è l'ultima antenna dei sette punti elettrodinamici che, dal proprio nucleo incandescente vivo, la terra tutta respira ..."

Seguiva un elenco di entità "magiche" operanti sul monte, tra cui Gesù, Maometto, Confucio Abramo, Buddha, Gandhi e via dicendo.

La lapide conteneva inoltre un invito: "Pensateci intensamente. Pensiero è costruzione".

Cinque anni dopo la lapide scomparve, il 7 ottobre del 1984 un gruppo di esoteristi ne fece un’altra copia ricollocandola al suo posto e cementandola alla base della croce che spicca sulla vetta.

Nel 1978 il Musinè salì alla ribalta delle cronache nazionali quando, alle falde del monte, due giovani escursionisti videro una intensa luce; uno dei due dopo essersi avvicinato alla fonte luminosa, scomparve. Il suo compagno, con l'aiuto di altri escursionisti trovati nei pressi del luogo della scomparsa, iniziò le ricerche dell'amico. Questi, dopo essere stato ritrovato in stato di shock e con una evidente bruciatura su una gamba, quando si fu sufficientemente riavuto dallo stato di trance nel quale era caduto riferì di essersi avvicinato ad un veicolo di forma oblunga dal quale erano scesi alcuni esseri che lo avrebbero toccato e sollevato. Entrambi i testimoni soffrirono di congiuntivite per un certo periodo

E ancora, L’ marzo 1996 un oggetto luminoso veniva osservato per oltre un quarto d’ora da due escursionisti mentre scendevano dal monte Musiné. Secondo il racconto dei due testimoni, l’oggetto aveva una forma simile a un cilindro dai riflessi giallo-verdi con le estremità arrotondate e sembrava sostenersi, oscillando leggermente, su un cuscino di luce bianco-gialla. Alle estremità dell’oggetto c’erano due grosse calotte trasparenti attraverso le quali si intravedevano muoversi delle sagome apparentemente umanoidi.

Come se tutto queste non bastasse il monte è cosparso di prove di zone rituali di origine celtica, coppelle scavate nelle rocce e  incisioni che rimandano al ciclo delle fasi lunari, in molte di queste zone sono sta trovare frequenti tracce di riti moderni, a testimonianza che i pagani moderni attribuiscono al monte lo stesso potere dei loro predecessori.

Infine c’è il mistero della vegetazione che mentre è rigogliosa alla base del monte, diventa bruscamente rada nei pressi della vetta, negli anni la forestale ha tentato diversi interventi di rimboschimento, ma ogni singola pianta inserita oltre gli 850 metri di quota, muore nel giro di una stagione.

Per questa lunga serie di motivi, il Musinè è un luogo caro ad occultisti, esoteristi e appassionati del paranormale, tutti pronti a sostenere che il luogo sia un catalizzatore di energie, un portale far dimensioni, mondi e tempi diversi.

Definire dove finiscono le leggende e dove iniziano le verità è difficile, forse impossibile, è vero che ai piedi del monte le trasmissioni radio sono misteriosamente più disturbate e difficili, ma è anche vero che questo fenomeno ha diverse spiegazioni geologiche.

Salite pure su questa cima, non stupitevi se in vetta troverete gruppi di persone intente a celebrare qualche strano rito, non stupitevi più di tanto se sui sentieri incontrerete persone con abiti settecenteschi che hanno varcato una porta spaziotemporale, non impressionatevi per strani luci nel cielo o misteriosi rumori dal sottosuolo, evitate però, e lo dico seriamente, di andarci di notte, qualche svitato potreste incontrarlo davvero!