I fantasmi di Whymper, oscuri presagi sul Cervino

Spettro di Brocken
Spettro di Brocken

La prima salita del cervino (1865) è forse una delle più appassionanti corse alla vetta di tutta la storia dell'alpinismo, con due straordinari protagonisti che hanno fatto di tutto per superarsi ed arrivare per primi sulla cima del "più nobile scoglio d'Europa".

L'italiano Jean-Antoine Carrel e l'inglese Edward Whymper.

La storia ci dice che Whymper vinse la sfida, ma ad un prezzo molto alto.

 

Dopo aver congedato la guida Michel Croz, impegnata con un altro cliente, Whymper si dispose ad effettuare un nuovo tentativo con Jean-Antoine Carrel. Questi però si era impegnato con il Club Alpino Italiano per effettuare un tentativo tutto italiano, fortemente voluto dal suo presidente e fondatore Quintino Sella. Una squadra italiana, formata da César,  Jean-Antoine Carrel, Jean-Joseph Maquignaz ed una quarta guida, partì per la vetta l'11 luglio seguendo la via italiana. Ritornato a Zermatt, Whymper vi trovò un gruppo di compatrioti: Lord Francis Douglas, D. Hadow, ed il reverendo Charles Hudson, accompagnati da tre guide: Peter Taugwalder padre e figlio, e Michel Croz, che, essendo stato rilasciato dal suo precedente cliente, si era unito ai tre britannici. I sette formarono una cordata unica, che il 13 luglio 1865 attaccò la salita per quella che è oggi la via normale svizzera. Dopo aver pernottato all'aperto, i sette ripartirono il mattino dopo, ed arrivarono in vetta alle 13.40 del 14 luglio. Dalla vetta, videro la squadra italiana guidata da Carrel, che si trovava alcune centinaia di metri più in basso; visti i britannici in vetta, gli italiani si ritirarono.

 

La discesa fu funestata da un gravissimo incidente. I sette erano tutti legati insieme, con Michel Croz in testa, seguito da Hadow, Hudson, Douglas, Taugwalder padre, Whymper e Taugwalder figlio. Su un passaggio non particolarmente difficile Hadow scivolò e cadde addosso a Croz, che perse l'equilibrio; i due caddero per il precipizio sul versante svizzero, trascinando prima Hudson, poi Douglas. A questo punto, la corda tra Douglas e Taugwalder padre si spezzò, ed i tre superstiti videro i quattro compagni precipitare per oltre 1000 metri verso il sottostante ghiacciaio del Matterhorn. I due Taugwalder e Whymper riuscirono a rientrare in serata a Zermatt, dove diedero la triste notizia. Il 16 luglio una squadra di ricerca trovò le salme dei caduti, tranne quella di Lord Douglas.

Fu la prima grande tragedia dell'alpinismo moderno ed ebbe notevole eco nell'opinione pubblica.

Nei giorni seguenti Whymper riferì che dopo la caduta dei compagni ebbe una visione, vide le loro ombre, forse i loro spettri apparire appena oltre lo sperone di roccia che delimita la cresta della montagna, galleggiare nel vuoto.

questo racconto Whymper lo riportò anche nei suoi scritti e da sempre è associato alla storia della prima ascensione del Cervino.

 

Ovviamente molte persone liquidarano la faccenda attribuendo la colpa al forte impatto emotivo provato nel vedere i compagni precipitare nel vuoto, oggi però la scienza potrebbe avvalorare le storia di Whymper.

 

Molto probabilmente quello che Whymper stava vedendo altro non era che lo “Spettro di Brocken”, noto anche come “Arco di Brocken”: fenomeno ottico che si manifesta talvolta in montagna in concomitanza di diversi fattori.

Lo Spettro di Brocken prende il nome dal monte Brocken (o Blocksberg), una vetta di 1.142 metri delle montagne dell’Harz, nel cuore della Germania. Questa cima infatti, è spesso avvolta nella foschia e nella nebbia, e presenta evidentemente di frequente le condizioni necessarie al manifestarsi del fenomeno. Forse anche per questo è stata a lungo associata a storie di streghe e di diavolerie, tanto da essere menzionata persino nel Faust di Goethe.

Lo Spettro o Arco di Brocken si manifesta con una “gloria”, ovvero un arcobaleno a forma di aureola che si staglia attorno al centro di una figura, un’ombra. Perché si verifichi il fenomeno ottico è necessario essere situati al di sopra di un banco di nubi: sopra di noi il cielo limpido e il sole alle spalle e basso, che proietti la nostra ombra sulla nebbia. La formazione della “gloria”, come un qualsiasi arcobaleno, è dovuta alla diffrazione della luce solare ad opera delle gocce d’acqua.

Il fenomeno veniva in passato associato ad un cattivo presagio, e questo, forse, anche in virtù dei racconti di Whymper che lo vide appena dopo la tragedia della prima salita al Cervino, dove 4 suoi compagni precipitarono nella fase di discesa dalla vetta.

una vecchia stampa che ritrae la visione di Whymper
una vecchia stampa che ritrae la visione di Whymper