Come Emilio Comici divenne un mito

È del 1927 la sua prima importante impresa. Insieme all'amico Razza, Comici compie la prima ascensione alla cima Innominata lungo la gola Nord - Est. È un itinerario che comporta difficoltà di 4° grado con passaggi di 5°. Si consideri che nessuna parete Nord della catena dello Jôf Fuart era stata ancora scalata da altre cordate. Ma è nel 1928 che il nome di Comici diventa famoso fra gli alpinisti e non solo quelli giuliani. Egli infatti compie la prima ascensione della Nord della cima di Rio Freddo. È una parete alta più di 600 metri, verticale ed esposta, solcata quasi al centro da un camino, sfociante, in alto, in un ampia rientranza scura detta Vano Nero.

 

Trascorrono pochi mesi dalla grandiosa impresa che egli apre un'altra via, sempre nelle Alpi Giulie. In tutto, nello stesso anno, apre quattro vie nuove. Negli anni 30, Comici, assieme al suo compagno Fabjan, attacca la N.O. della Sorella di Mezzo del Sorapis, aprendo il primo tracciato di sesto grado italiano. L'ascensione alla Sorella di Mezzo lo consacra sestogradista, uomo di punta tra i migliori scalatori su roccia.

 

Prima di questa ascensione, sempre con lo stesso compagno, C. compie un nuovo tracciato al Dito di Dio, sempre nel gruppo del Sorapis, con difficoltà continue di 5° grado.

 

Dopo l'exploit torna ad arrampicare nelle Alpi Giulie aprendo due nuovi itinerari: il primo sulla Torre degli Orsi, per ricordare l'amico Dario Mazzeni caduto proprio su quella parete nel tentativo di aprire una nuova via, il secondo sulla Torre Lazzara assieme al compagno Piero Slocovich.

 

Comici, oltre ad arrampicare su roccia , nelle stagioni invernali, si dedica anche alle salite lungo canaloni ghiacciati effettuando delle prime come il canalone del Sorapis e il canalone ovest della cima Tre Scarperi. Oltre a questo egli si dedica all'escursione con gli sci e si allena in Val Rosandra in attesa del ritorno della bella stagione. Nell'estate di quell'anno compie la prima assoluta della Torre Innominata nel gruppo del Rinaldo e la settimana successiva scala, lungo un nuovo tracciato, la ovest del Cimon del Montasio rimanendo impegnato in parete per nove ore e mezza. Ma la più importante scalata di quell'anno resta la ovest della Croda dei Toni di Mezzo, sulla quale nessun altro alpinista aveva ancora effettuato una prima salita. La parete impegna molto Comici, che assieme agli amici Slocovich e Fabjan supereranno difficoltà fino al sesto grado.

 

Un'altra grande impresa è la conquista della Nord al Civetta. La salita impegna C. e il compagno Giulio Benedetti per due giorni, superando continui strapiombi, tetti e diedri, in condizioni di sicurezza precaria, per i chiodi che non entravano completamente nelle fessure e per i terrazzini non sempre sicuri.

 

Tre Cime di Lavaredo_olio su tavola eseguito da g.frison_http://www.artsvenice.com

La conquista della Nord di Lavaredo: nel 1933 Comici, vivendo a Misurina, è in grado concretizzare il suo sogno anticipando i rivali, ma purtroppo è costretto a rimandare in quanto gli manca un compagno, un amico di cui fidarsi. La guida Angelo Dimai si incontra con Comici per chiedergli di unire le forze per l'assalto decisivo. Così il 12 agosto, Comici, assieme alle guide Dimai, supera gli strapiombi. L'arrampicata è difficile data anche dalla poca sicurezza offerta dai chiodi che non entrano nelle fessure. Il mattino seguente i tre riprendono la scalata giungendo vittoriosi alle 10 in vetta.

 

L'impresa suscita forti critiche nell'ambiente alpinistico.

Si accusano i vincitori dell'eccessivo uso di chiodi. In special modo le critiche vengono rivolte verso Comici dagli stessi compagni legati in corda con lui sulla parete. Invidiosi delle sue grandi doti alpinistiche, cercano di infangare il suo nome. Dimai asserisce che più volte aveva chiesto a Comici di lasciarlo provare a fare il passaggio che Comici si ostinava a tentare di superare senza risultato.

 

Parole infondate che verranno poi smentite da Comici con la dimostrazione della sua ripetizione in solitaria effettuata il 2 settembre di quattro anni dopo. Nello stesso anno, ai primi di settembre, finalmente in cordata dell'amico Zanutti, conquistano la Cima Piccola di Lavaredo per lo spigolo Giallo. Un'altra bellissima impresa dell'alpinista triestino, con difficoltà di sesto grado e una arrampicata sempre aerea.

 

Assieme alla signora Anna Escher, sua affezionata amica e cliente, effettua delle campagne alpinistiche in Egitto, Spagna, Jugoslavia e Grecia. Quest'ultima è la più nota per gli scritti lasciati da Comici sulla spedizione e per la notorietà del monte Olimpo.

 

Di notevole importanza sono le sue imprese effettuate in arrampicata solitaria nel 1937. Egli infatti in quell'anno scalò non solo la Nord della Lavaredo ma mesi prima, trovandosi nel Gruppo del Brenta, decide di scalare la Fehrman al Campanile Basso.

 

Una via lunga 350 metri con difficoltà di quinto grado. Emilio impiega un'ora e un quarto. Poi non contento attacca la mitica "paretina Preuss" 120 metri, considerati uno dei quinti gradi più difficili e pericolosi del gruppo. Egli li supera in venti minuti, aprendo perfino una variante diretta superando dei strapiombi. A Emilio non basta ancora questa impresa, invece di scendere in doppia, ridiscende tranquillamente la parete in arrampicata libera. Infine l'ultima scalata solitaria sulla Nord della Lavaredo, lo pongono fra gli alpinisti di spicco dell'arrampicata solitaria.

 

È del 1940 l'ultima grande impresa compiuta da Comici, avendo per compagno di cordata l'amico vicentino Severino Casara. Comici aveva individuato un bel campanile in una delle tante sue esplorazioni. Si trattava del Salame nel gruppo del Sassolungo. È una parete che si addice allo stile di Comici per la sua posizione particolare, per la possibilità di compiere una salita che segue una linea elegante di fessure e strapiombi e per il fatto che la torre non possedeva nessuna via lungo i suoi versanti.

 

Comici insieme a Casara, nell'agosto del 1940 attaccano la parete. Superano passaggi difficili di sesto grado e sono costretti a bivaccare a metà. Giungono in cima stremati proprio quando il sole riesce ad apparire fra le nuvole quasi a voler rincuorare i due vincitori.

Sarà l'ultima scalata importante di Emilio, l'ultima sua prima.