La Val Grande

La valle abbandonata

Una veduta della Bocchetta di Campo
Una veduta della Bocchetta di Campo

Parlare della Val Grande è forse molto più complicato di quanto si possa immaginare, perché la Val Grande non è solo bella, ma è racchiusa in una bolla del tempo che la rende un luogo unico, dove l’escursionismo si trasforma in una esperienza decisamente più immersiva, intensa e coinvolgente.

La Val Grande, chiusa tra le montagne dell'Ossola, il bacino del Lago Maggiore e la Valle Cannobina, vede la presenza di pastori e boscaioli almeno dal XIII sec. e, dal XV sec.

Con la fine della seconda guerra mondiale, taglialegna, alpigiani e minatori abbandonarono la Valle e il bosco prese il sopravvento, lasciando molte testimonianze abbandonate del suo passato laborioso.

Nel giro di 50 anni la Val Grande ha assunto un aspetto così impervio e selvaggio che nel 1977 è stata individuata dall'Associazione Italiana per la Wilderness come una delle aree selvagge più interessanti a livello internazionale.

Oggi la Valle è un parco nazionale ed è l’area Wilderness più grande d’Italia. Per espressa volontà di chi lo gestisce, il parco si prende cura solo limitatamente della manutenzione dei sentieri e lascia che siano la fauna e la flora a farla da padrona.

Questo significa che avventurarsi in Val Grande vuol dire immergersi in un mondo meraviglioso e dimenticato che però ci obbliga a preparare scrupolosamente la nostra escursione, l’uso di una traccia GPS potrebbe risultare davvero utile, mentre gironzolare a caso fra i sentieri che si snodano tra cime, valli e alpeggi è altamente sconsigliato se siete alle prime esperienze escursionistiche.

Nel Parco sono presenti diversi bivacchi che consentono di organizzare anche trekking di più giorni, a patto che ci si porti dietro una quantità di cibo sufficiente.

Personalmente adoro la Val Grande perché è in grado di regalare sensazioni che non tutte le località montane riescono ancora ad offrire, ovvero la possibilità di sentirsi davvero persi nella natura!

Ho scelto quelle che reputo essere alcune fra le migliori escursioni e traversate della valle, ricordatevi sempre che questa valle non è adatta ai principianti, perdersi è davvero facile!


Accesso

La più comoda località di accesso è il paese di Cicogna, frazione del comune di Cossogno. La strada che da Rovegro sale a Cicogna non permette un traffico molto sostenuto, pertanto in occasioni particolari è limitata ad un senso unico alternato e viene predisposto un servizio navetta.


Geografia

La Riserva naturale Val Grande, la zona più interna di riserva naturale integrale, comprende la Cima Pedum, anche se le cime più ambite dagli escursionisti e dagli amanti della natura sono i monti circostanti. I paesaggi variano costantemente con la quota, l'esposizione dei versanti al sole, la presenza dell'acqua, tuttavia una nota comune contraddistingue una montagna costantemente aspra ed inospitale. Altre escursioni degne di nota sono le ascensioni sui monti che delimitano il parco sul versante del Lago Maggiore, cioè il Monte Zeda ed il pizzo Marona; raggiungibili con un'escursione in giornata moderatamente impegnativa, si possono anche concatenare in un giro più ampio con i sentieri che salgono da Cicogna o dalla Valle Intrasca. La dorsale che costeggia la bassa Valgrande da Casa dell'Alpino (Alpe Prà) fino alla Bocchetta di Campo si presenta come ideale spartiacque fra la Valgrande vera e propria e la Val Pogallo. E', però, un tratto poco adatto alle passeggiate, di importante difficoltà a causa di sentieri poco battuti, spesso non segnati che, quindi, richiedono grande attenzione. Senza troppe difficoltà si può raggiungere la Cima Sasso, anche se è consigliabile una conoscenza del territorio circostante, mentre la parte restante della cresta è consigliata ad escursionisti con esperienza ed accompagnati.

Il Rio Valgrande ed il Rio Pogallo con i loro bacini idrografici costituiscono la rete fluviale del parco. I fiumi hanno delle sorgenti vere e proprie, pertanto non possono essere riduttivamente definiti torrenti; tuttavia le caratteristiche degli alvei, sovente incassati in rocce dure con pareti a strapiombo, rende il corso di questi fiumi soggetto a variazioni estremamente rapide in caso di pioggia. Della vecchia rete di strade mulattiere del passato, sono rimasti alcuni ponti che permettono di attraversare questi corsi d'acqua, che altrimenti si presentano come barriere invalicabili per buona parte della loro lunghezza.


I rifugi

Biv. Alpe Scaredi
Biv. Alpe Scaredi

Muoversi fra le cime e le valli della Val Grande è un' esperienza unica ma come già detto bisogna fare attenzione a quale strada si prende per evitare spiacevoli sorprese. anche dal punto di vista cartografico il parco non gode di ottima fama, la carta topografica più accurata è un edizione del 2012 della Carta nazionale Svizzera foglio 285T (Domodossola), un'alternativa è la diffusa cartina Zanetti della valgrande, forse una fra le più usate dagli escursionisti, ma valida solo per quanto riguarda i sentieri principali.

la tecnologia digitale oggi può rivelarsi utile, per questo pubblico questo link con la posizione di tutti i bivacchi presenti nel parco, tutti i file sono in formato KMZ quindi devono essere aperti utilizzando Google Earth.

Per scaricare i dati dei bivacchi, cliccate QUI