L'Orientamento

Bussola e cartina topografica
Bussola e cartina topografica

In montagna esistono molti ambienti diversi in cui ci si può trovare a camminare, boschi, prati, pascoli nevai, creste e molto altro ancora, in alcuni casi la via da seguire è piuttosto semplice, a volte addirittura ovvia, ma altre volte le cose si fanno un po’ più complicate.

L’argomento in questione è davvero vasto e per certi versi anche complicato, tanto che nelle librerie esistono decine di volumi dedicati all’orientamento o alla navigazione terrestre, per quanto riguarda noi cercherò di darvi dei consigli utili basati sulla mia esperienza per rendervi la vita il più facile possibile

 

Per prima cosa cerchiamo di dare un significato preciso al termine orientarsi. Orientarsi significa sapere in linea di massima da dove si viene e dove si è diretti è quanto tempo ci abbiamo messo per arrivare in un determinato posto.

 

Molto importante è evitare di improvvisare, se avete intenzione di intraprendere un’escursione un determinato giorno, organizzatevi in anticipo, cercate di reperire la carta topografica prima di partire, o almeno cercate il tragitto in rete utilizzando Google Earth, è molto importante cominciare a farsi un idea del tragitto e dell’ambiente in cui vi troverete, quando poi sarete sul vostro percorso alcuni dei dettagli che avete studiato in precedenza potranno tornarvi molto utili.

 

Quando studiate un itinerario su una cartina prendete nota dei punti di riferimento molto facili da individuare, chiese, cappelle o rifugi sono ottimi per questo scopo, perché sulle cartine topografiche sono segnati molto bene e altrettanto facili da ritrovare poi lungo il cammino.

 

Annotatevi i bivi e i relativi nomi dei sentieri (solitamente indicati da un numero, talvolta seguito da una lettera) quando incontrerete un cartello segnavia che indica che in quel punto il sentiero 12B incontra il 16°, sarà facile sulla cartina ritrovare il punto esatto e sapere quindi dove vi trovate. In generale, leggete sempre tutti i cartelli che incontrate, anche se siete certi che state camminando nella direzione giusta, potrebbero darvi informazioni utili per determinare in quale punto vi trovate e quindi quanta strada dovete ancora percorrere.

 

I fiumi o i torrenti possono essere preziosi punti di riferimento, specie quando il sentiero corre parallelo a loro, in questi casi tenete presente che quando si parla di sponda destra o sinistra di un fiume ci si riferisce sempre alla sponda orografica ovvero quella determinata volgendo le spalle a monte del fiume.


Situazioni favorevoli

una giornata di bel tempo con ampia visibilità
una giornata di bel tempo con ampia visibilità

Ci sono situazioni in cui capire esattamente se siamo sulla strada giusta è particolarmente facile, seguire un fondovalle dal basso verso l’alto è solitamente un’impresa che non presenta grosse difficoltà, spesso il fondovalle è contraddistinto da un torrente quindi anche se si procede in una fitta boscaglia è sufficiente mantenersi paralleli al corso d’acqua per andare nella giusta direzione, ignorando bivi o deviazioni che deviano palesemente dal corso del fiume.

Un'altra situazione favorevole è l’assenza di vegetazione a tronco, volgarmente detti alberi, questa situazione si incontra di solito al di sopra dei 2000 metri di quota dove la vegetazione ad alto fusto si fa sempre più rada e ci consente un campo visivo molto più ampio, dandoci la possibilità di inviduare meglio un numero maggiori di punti di riferimento.

Percorrere il filo di cresta di una montagna è uno degli altri casi in cui l’orientamento è davvero facilitato. La cresta della montagna sarà il nostro segnavia sia in discesa che in salita.


Situazioni complicate

un bosco invaso dalla foschia
un bosco invaso dalla foschia

I boschi sono un ambiente molto suggestivo ma che lasciano ben poco spazio alla visibilità, quindi si riducono le possibilità di avere dei buoni punti fissi di riferimento, può capitare che il bosco sia attraversato da una comoda mulattiera di facile percorribilità, ma a volte la mulattiera cede il passo al sentiero e in questo caso dobbiamo fare una piccola distinzione.

Ci sono sostanzialmente due tipi di boschi, quelli di latifoglie e quelli di conifere, i boschi di latifoglie sono formati da piante che lasciano cadere a terra le proprie foglie in autunno, le conifere invece (a parte i larici) tengono i loro aghi verdi ben saldi sui rami per 12 mesi all’anno. questi diversi comportamenti hanno un effetto molto importante sull’orientamento, perché mentre il sentiero di un bosco di conifere sarà sostanzialmente pulito, un sentiero che si snoda in un bosco di latifoglie potrà facilmente essere ricoperto completamente da decine di migliaia di foglie che lo renderanno invisibile.

Un occhio attento e con buona esperienza può anche riuscire a intuire lo sviluppo naturale del sentiero anche sotto le foglie, ma non è sempre possibile, in questi casi è utile prestare molta attenzione ai tronchi degli alberi, dove di solito vengono verniciati in rosso i segnavia che indicano il sentiero. Uno studio preventivo dell’itinerario e una cartina potranno esservi di grande aiuto.

Il momento dell’anno peggiore in cui avventurarsi in un bosco di latifoglie sono i mesi primaverili, quando la neve, protetta dall’ombra degli alberi non si è ancora sciolta del tutto e sotto di essa si cela uno sterminato manto di foglie, la combinazione di questi due elementi può trasformare anche il più banale degli itinerari in un piccolo calvario. a tal proposito tenente a mente che un versante SUD di una montagna sarà comunque più esposto al caldo e la neve si scioglierà prima che sul versante NORD.

L’altro grande nemico dell’orientamento è la nebbia o le nuvole basse. Questo genere di fenomeno si può verificare in ogni periodo dell’anno, con particolarità e cause differenti, ma il risultato sarà la sensazione di camminare in un grande bicchiere di orzata! Quando la nebbia ci coglie di sorpresa i punti di riferimento visivi che abbiamo preso scompaiono, anche se siamo al disopra del limite della vegetazione ad alto fusto. Anche in questi casi valgono le stesse regole, esaminare il percorso in anticipo, tenere conto del tempo impiegato per arrivare in un determinato punto, e avere una buona cartina a disposizione.

Un consiglio, se vedete sopraggiungere una grande nube o un banco di nebbia, fermatevi e prendete la cartina, cercate di capire dove vi trovate in quel momento e se è una giornata ventosa con un po’ di fortuna le nubi se ne andranno in poco tempo, in caso contrario avere la certezza del punto in cui vi trovate sarà un ottimo punto di partenza per continuare la marcia facendo affidamento alla bussola, uno strumento importantissimo a cui dedico un apposito capitolo.


Qualche consiglio

 

  • Studiare il percorso in anticipo su una cartina topografica o eventualmente su un supporto digitale
  • Tenere conto dei tempi di percorrenza e dei punti di riferimento
  • Verificare spesso la propria posizione sulla mappa
  • In caso di nebbia persistente e fitta, se il sentiero è ben visibile, tornare sui propri passi
  • Avere un altimetro è molto utile per confermare la quota a cui ci si trova e confrontarla con la cartina
  • Allenarsi all’uso della bussola
  • Non andare mai da soli specialmente in zone poco o per nulla conosciute
  • Avere con se un telefono carico e funzionante
  • Portare con se un gps solo se lo si sa usare davvero